Tra
i tanti deserti nel mondo, il più vasto è il Sahara. Il nome”Sah’ra”
viene citato per la prima volta dallo scrittore arabo Ibn-el-Hakem, e significa
il “vuoto”.
Il Sahara si estende per oltre 8.000.000.000 di kmq, ed è diviso in
almeno 11 stati: Mauritania, Sahara occidentale,Marocco, Algeria,Mali
Tunisia,Libia, Ciad, Egitto e Sudan. I confini tra questi stati assumono forme
geometriche, perché furono tracciate a tavolino con la riga, quando gli Europei
colonizzatori se ne andarono. Il Sahara è costituito da una piattaforma
antichissima e una linea di frattura la separa dalla catena dell’Atlante, che
è di formazione recente. Nelle ere successive ha subito lievi innalzamenti e
abbassamenti di livelli. Il Sahara non è stato sempre un deserto ma ha subito,
come tutta la terra, sensibili alternanze climatiche. Ci fu un tempo in cui era
anche ricoperto dai ghiacciai, poi fu invaso parzialmente dal mare; all’epoca
dei dinosauri era bagnata da grandi fiumi, costellato da laghi e
acquitrini.Queste condizioni, mutarono quando nell’Europa finì l’ultima
glaciazione, e il nord Africa divenne arido più o meno come era oggi. Seguì
infine una breve fase umida (da 7.000-5.000 anni fa) e poi un altro inaridimento
fino ai tempi nostri. La diversità di condizioni climatiche ha lasciato delle
importanti impronti sul suolo. C’è infatti un tipo di paesaggio Sahariano,
chiamato Serir, che è costituito prevalentemente da grandi superfici ricoperte
di ciottoli arrotondati e ghiaie, chiaro indizio della presenza di antiche acque
correnti che hanno levigato pietre. Altro tipo di paesaggio Sahariano è l’Hammada,
o deserto roccioso, formato prevalentemente dalle lave eruttate in superficie
dagli antichi vulcani. Ultimo tipo in ordine di diffusione è l’Erg, o deserto
sabbioso che rappresenta un decimo della superficie complessiva del Sahara. La
sabbia generata dallo sgretolamento delle rocce per effetto delle forti
differenze di temperatura tra il giorno e la notte; e a sua volta,sospinta dal
vento, ha un’azione abrasiva sulle rocce che incontra sul suo cammino. La
tempesta di sabbia è uno dei rischi maggiori che si affrontano nel Sahara: essa
cancella la pista, nasconde i rari pozzi d,acqua, penetra nelle parti vitali
negli auto mezzi. La facile mobilità della sabbia la rende un nemico terribile
anche per le oasi, le isole verdi sparpagliate qua e là. La vegetazione nel
deserto è chiaramente scarsa. Basta però poca acqua e le piante riescono a
sopravvivere. In alcune valli più ombreggianti dell’Haggar crescono anche
rari oleandri e olivi. Anche molti animali presentano forme di adattamenti
curiose. L’antilope Sahariana ha zoccoli quasi piatti per non sprofondare
nella sabbia; il fennec (piccola volpe del deserto) ha un sistema di
termoregolazione (rialzamento della temperatura del corpo) situato nella lunghe
orecchie. Il dromedario può restare senza acqua fino a una settimana. Oltre a
questi animali ci sono animali più piccoli come il topo delle piramidi,
scorpioni e numerose specie di rettili. I primi ad abitare il Sahara furono i
Berberi, poi arrivarono gli Arabi ed dal Sud popolazioni nere. Questi popoli, in
parte mescolate tra loro, vivono per lo più ai bordi del Sahara o risiedono
nelle oasi.
|