A
sud delle regioni equatoriali l’Africa è composta da dolomie del sistema del
kundelungo e da sistemi scistoso – calcarei e scistoso – arenacei.
All’estremo sud il collegamento ercinico
ha dato origine alle catene del Capo (Monte Dei Draghi), orientale ad
ovest e ad est. Nell’Africa centrale e meridionale e nel Madagascar le
formazioni arenacee e scistose del Karoo risalenti al permiano e al triassico
possono raggiungere anche 7000 m. di spessore. L’Africa ha risentito di
ondulazioni ad ampio raggio, che hanno formato bacini interni e conche
circondate da rilievi, riscontrabili soprattutto alla periferia (flessura
continentale) e di movimenti verticali che hanno causato anche fratture. Queste
deformazioni e fratture, e la ripresa dell’erosione
da esse provocata, hanno determinato l’aspetto attuale del rilievo
dell’Africa, altipiani e tavolati rocciosi situati a varie altezze e separati
da scarpate. Gli altopiani cristallini possono arrivare ad altitudini abbastanza
elevate, soprattutto nell’Africa orientale, al di sopra delle fosse
tettoniche, più di 5000 m. nel Ruvenzori. Le grandi fratture hanno formato
fosse tettoniche e apparati vulcanici. La più importante di queste è quella
che parte dal Mozambico e arriva nel vicino oriente. Altre fratture sono state
accompagnate da eruzioni vulcaniche di epoca e di tipo diversi: grandi colate
nel cretaceo, vulcani terziari e quaternari che costituiscono le più grandi
cime dell’Africa orientale come il Kilimangiaro 5895 m, del Camerun e dei massicci del Sahara.
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