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Palazzo
Gardini, è situato in piazza Gramsci, nel centro storico di Bibbona.
Il palazzo, ora, noto come Rossi Ciampolini presenta una facciata
rifinita a intonaco, grandi finestre il cui cornicione è evidenziato da
antiche pietre, che riportano la rifinitura della porta.
Sulla chiave del palazzo, vi è in rilievo un motivo composto da linee
ed archi.
All'interno di esso, ci sono 13 stanze decorate, tra cui la più bella
e interessante, è il salone principale, che presenta una varietà di
dipinti stupendi.
Gli affreschi del salone, rilevano una naturale discendenza della moda
di Parigi, riportando molte delle novità realizzate alla corte di Elisa
Baiocchi.
Nella volta del salone è rappresentato il Carro di Apollo; le
sovrapporta sono decorate a monocromo(un solo colore) con finiti
bassorilievi che raffigurano le allegorie(Figure con valore simbolico)
della Tragedia, dell' Astronomia della musica e della poesia. Le pareti
mostrano soggetti mitologici come Mercurio e Venere che si fronteggiano
e un finito gruppo scultoreo formato da tre donne e da un recipiente
decorato a foglie lanceolate. Nel fregio in alto, oltre ai consueti
segni dello zodiaco, sono raffigurati alcuni medaglioni- costituiti da
teste maschili e femminili nei tondi- alteranti: un cavallo fantastico;
un putto(Angelo) adagiato sulle nubi; un coccio trainato da pavoni e
guidato da un putto alato; un 'aquila; una lira e un caduceo(Un simbolo
di pace) accanto a un sacco di monete su cui è apposta(è scritta) una
data del 1810; un coccio trainato da cervi; un cinghiale più un
bastone; due elmi; una felce, una vanga e una fascia di spighe; una
coppa con verga fogliata; uno scudo con civetta; un mostro dalle molte
teste; un elmo con spada e serto(Corona) di alloro; due colombe che
trascinano un cocchio(carro da guerra); un martello e un incudine; una
valva(Pezzi che formano la conchiglia) di conchiglia tra rami e corallo…Questa
stanzetta è un divertente riassunto di tre secoli di arte decorativa.
La sala meglio conservata è sovraccarica, nella parte bassa, di
decorazioni più sobrie(Semplici), di intrattenimento, che attingono
piuttosto all'abbondante repertorio decorativo del XVIII (18 secolo).
Sono volti di donne celati da maschere avvolte da panneggi(effetto
pieghe di un vestito) che generano motivi spiraliformi (a forma di
spirale) con inserti vegetali; oppure ghirlande(corona di foglie)
alternate a motivi geometrici, le prime desunte anche dai modelli
illustrativi dell'arte rinascimentale.
Inoltre, l'impianto scenografico e lo stile dell'affresco di Palazzo
Gardini, sono molto vicini a quelli della raffigurazione eseguita
dall'artista tra il 1818 e il 1819 nel Palazzo Pubblico di Lucca ed in
particolare alle decorazioni della sala del trono, dove l'artista
rappresentò La Sapienza assistito da altre virtù cardinali.
La Villa, sottoposta da Elisa ad abbondanti rifacimenti nel 1810 era
completamente ristrutturata anche negli arredi e nelle rifiniture.
E' probabile, dunque, che a quella data anche il gruppo marmoreo
costituito dalle tre figure femminili fosse compiuto o collocato(messo)
nel vestibolo e che gli arredi della villa iniziassero a divenire
oggetto ci importanza da parte delle province circostanti.
La Tragedia, Astronomia; la Musica e la Poesia, fanno sfoggio del
repertorio neoclassico, modulato sugli esempi della Canavara. Tuttavia
le possenti donne suggerite dal pennello dell' arista di Bibbona
trascurano le aree grazie alle sottili figure conoviane, mentre
suggeriscono, nei mercati contorni che ne sbalzano i profili, l'effetto
scultura. Il monocromo stavolta veri, assume il risalto del
bassorilievo, accentuato dai particolari dell' ambizione scenica, di
cui, ad esempio, risaltano le pietre su cui solitamente le donne si
appoggiano, o si siedono.
Al palazzo mancano terrazzi e giardini, ma i fantasiosi affreschi
ricreano illusionisticamente stucchi, bassorilievi e sculture. Attingono
si a repertori neoclassici, dunque, ma traendoli indifferente dalla
pittura, dalla scultura o dall' architettura. Ne è riprova la formella
raffigurata la Tragedia. La maschera posta in mezzo alle due donne,
sembra una copia di quella che decorano la stele funeraria di Vittorio
Alfieri a Firenze, S. Croce, conclusa da Canova nel 1810, ma il cui
modello era terminato già nel 1807.
La prima sala e il cabinet corre probabilmente mezzo secolo: finite
cornici, drappi, stucchi, tappezzerie. Qui il motivo centrale sono le
vedute fantastiche dipinte in medaglioni o riquadri perimetrati da
cornici aggettanti dove comprare anche il motivo rinascimentale delle
candelabro, delle piccole brocche delle grottesche, dei fiumi dei satiri
alati. Sulle quattro pareti un tondo e due quadri raffigurati, tre
città con arricchiture
nordico, mentre il secondo tondo rappresenta
alcune rovine classiche.
Cordoni, stavolta veri, simulano di sorreggere i quadri, attaccandoli al
soffitto, a sua volta decorato con ovali perimetrati da cornici
geometriche circondate da serti vegetali e rifinite anche all' interno
con motivi floreali.
L'ultima stanza mostrata, invece, nel fine apparato esornativo che
impreziosisce la fascia bassa del muro, la ripresa di motivi rococò (la
mascherina settecentesca), mentre le ghirlande riportano, come abbiamo
già accennato, a motivi rinascimentali, reinterpretati nel settecento,
ma qui richiamati nella loro immaginaria purezza.
Si tratta con molta probabilità in una mano diversa e di interventi
riconducibili alla metà del secolo, mentre la fascia superiore,
purtroppo compromessa dal cattivo stato di conservazione, richiama
esuberanze ornamentali più tarde.
I GARDINI
A partire dal XVII secolo Š iniziata a profilarsi l'affermazione civica e economica di una famiglia destinata a
rivestire, nei secoli successivi, un importante ruolo nel contesto della vita pubblica locale: si tratta dei
GARDINI, già proprietari nel 1686 del cosidetto Casone. Il possedimento
di un edificio di notevoli dimensioni in un periodo caratterizzato dal netto prevalere del latifondismo, fa trasparire
con evidenza l'importanza e la forza economica conseguite
dalla famiglia
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