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Le grappe
LA DISTILLAZIONE La distillazione si basa
sul principio fisico che le varie sostanze contenute nel liquido da
distillare, il vino, non evaporano alla stessa temperatura. Alla pressione
ordinaria, l'alcool etilico evapora a 78.3 °C, mentre l' acqua distillata
bolle a 100 °C. Teoricamente é possibile estrarre l'alcool dal vino
anche in un processo di raffreddamento, portando il vino ad una
temperatura sotto lo zero e levare il ghiaccio a mano a mano che esso si
forma; sia ben inteso, però, che la temperatura non scenda a -114° C. Il
liquido rimasto, dopo aver levato l'acqua ghiacciata, sarà alcool,
seppure, ovviamente, non puro. E' possibile per lo stesso principio,
ottenere un liquido alcolico da un vino che sia contenuto in un recipiente
nel quale s'introducano materiali surriscaldati, e quindi raccogliere i
primi vapori con una stoffa. Questi primi vapori conterranno un liquido
alcolico la cui concentrazione potrebbe essere aumentata di grado qualora
l'operazione venisse ripetuta. Queste ed altre tecniche sono considerate
distillazioni primitive, e di esse danno testimonianza alcuni fra i testi
più antichi della storia dell' umanità. Oggi la tecnica distillatoria
generalmente utilizzata consiste nel portare gradualmente al punto di
ebollizione il liquido da cui si vuole estrarre l' alcool e/o le altre
sostanze in esso contenute. CENNI STORICI RELATIVI ALL' UTILIZZO DELL'
ALCOOL Furono quasi certamente gli egiziani a costruire per primi
rudimentali apparecchi di distillazione, gli alambicchi: ma li usarono
soprattutto per produrre essenze e non alcool; nelle legioni romane si
usava la stessa tecnica per la produzione di sostanze medicamentose.
Dovettero passare alcuni secoli perché la tecnica della distillazione
potesse essere associata alla produzione dell' alcool. Furono le varie
Scuole di Salerno, di Toledo, di Montpellier che verso la fine del
medioevo, accaparrandosi i migliori studiosi e ricercatori del tempo,
passarono dalle distillazioni primitive alla produzione di prodotti
idroalcolici che, ridistillati più volte, davano un liquido infiammabile.
Il processo di ridistillazione subì ulteriori accorgimenti con Raimondo
Lullo, un alchimista, che riuscì ad arricchire il liquido alcolico sia
attraverso la ridistillazione che per condensazione tramite il retontorium:
sistema che si può considerare l' antico progenitore del moderno
condensatore retrogradore. Lo studio della distillazione si avvia
progressivamente nelle mani dei mercanti, primi tra i quali gli olandesi.
Theophrast Bombast von Hohenheim scrisse per la prima volta la parola
alcool nel senso attuale in uno dei suoi scritti. Vi furono altri
ricercatori che hanno avuto il merito di aver perfezionato i metodi di
distillazione. Tra questi si ricorda Jean Antonie Chaptal, della Scuola di
Montpellier, chimico ed economista, dal quale ancora oggi deriva il
processo di distillazione a ripasso, usato particolarmente per la
fabbricazione del cognac, oltre alla pratica che i francesi chiamano
chaptalisation ancor oggi, e che consiste nell' aggiunta di zucchero al
mosto, prima o dopo la fermentazione, in modo da assicurare al vino un
tenore alcolico più elevato da quello conferitogli dai soli zuccheri
naturali dell' uva. Fu Lowitz che nel 1796 ottenne per la prima volta l'
alcool puro al 100%, distillando un alcool già di grado elevato,
mescolato con una sostanza disidratante. L' alcool prodotto fino a quella
data, però, conteneva delle sostanze in alcuni casi gravemente tossico,
come l' alcool metilico. Si arrivò, quindi, alla pulitura da queste
sostanze: la rettificazione, e consiste nella separazione del distillato
dalla maggiore parte di alcune impurità . La rettificazione può essere
continua e discontinua. Quella discontinua si fa con un apparecchio
costituito da una caldaia riscaldata da un serpentino di vapore,
sormontata da una colonna ordinaria e di un condensatore. La
rettificazione continua si fa con un apparecchio a più colonne:
epuratrice, distillatrice, rettificatrice e di ripasso, tutte a loro volta
munite di strumenti di controllo e di regolazione. In seguito la
rettificazione continua è stata ancora ulteriormente perfezionata fino ad
ottenere alcool etilico con una bassa percentuale di sostanze impure.
Nasce in quest' epoca l' era della distillazione industriale, che si
diffuse rapidamente in tutto il mondo per dar vita alla fabbricazione di
prodotti che appartengono alle cosiddette bevande spiritose. In generale le
bevande spiritose sono: le acquaviti, i liquori, gli aperitivi, i
digestivi, i cocktails, dei quali il componente essenziale é l' alcool
etilico puro. Le acquaviti sono tutte, quelle bevande alcoliche alle quali
non vi è stata l' aggiunta di zuccheri e aromi, e che provengono oltre
che dalla distillazione del vino, anche da quella della vinaccia, dei
frutti, dei cereali, della canna da zucchero e di altri prodotti,
numerosissimi, secondo la disponibilità delle materie prime dei Paesi
produttori, le tradizioni e gli eventi storici. L' ACQUAVITE DI VINACCIA
L' acquavite di vinaccia é il prodotto della distillazione delle vinacce
di uva fresca spremuta durante l' ammostatura, e delle sue sedimentazioni
liquide, naturali. Le vinacce e le spremiture contengono da 2.5 a 4.5% di
alcool etilico, dal 55 al 65% di acqua, ed altri composti che
qualitativamente sono simili a quelli contenuti nel vino ma
quantitativamente differenti nelle proporzioni, come ad esempio l' alcool
metilico che nelle vinacce arriva a percentuali assai elevate. Nella
produzione dell' acquavite di vinaccia si può ricorrere sia alla
distillazione continua che a quella discontinua. In quella discontinua il
calore può essere dato direttamente, a bagnomaria o a vapore. Questi
apparecchi non si discostano molto da quelli impiegati per la
distillazione del vino, tanto che possono essere utilizzati
indifferentemente per distillare il vino o la vinaccia, salvo ricorrere a
qualche modifica nella condotta della lavorazione. Tali sono gli
alambicchi a vinacce "immerse", come il cosiddetto alambicco
napoletano, o quello a vinacce "emerse" di Combi e l'
apparecchio Da Ponte. Il più moderno e razionale metodo a distillazione
continua é quello dell' ing. Metzner, in virtù del quale si può
ottenere, oltre che l' acquavite di vinaccia, anche l' alcool, e
contemporaneamente estrarre i vinaccioli ed il tartrato. Sono stati
progettati, e sono attualmente funzionanti, anche altri apparecchi per la
produzione dell' acquavite di vinaccia, con l' aggiunta di una colonna di
demitilizzazione ed altri accorgimenti che hanno reso più semplice il
procedimento e migliorato la qualità dei prodotti. Il produttore di
acquavite di vinaccia o di alcool di vinaccia, fa molta attenzione alla
qualità della materia prima, alla sua conservazione ed alla sua resa. La
migliore acquavite di vinaccia si produce in Italia (Piemonte, Veneto,
Trentino, Friuli );essa ha diritto alla denominazione grappa ed é
prodotta direttamente dalle vinacce.La denominazione grappa viene usata
anche in California ed in certi Paesi di lingua spagnola: si tratta però
di prodotti mediocrissimi, duri, poco deflemmati. In Francia, in
particolare nella Borgogna, si produce una buona acquavite di vinaccia
diraspata (eau-de-vie de marc égrappé). In generale l' acquavite di
vinaccia non viene invecchiata, come avviene per quella del vino, perché
l' invecchiamento fa acquistare al prodotto una certa finezza che
toglierebbe una certa fragranza e del sapore, un po' rude, che sono molto
graditi ai veri bevitori di questa acquavite. Quando, però, viene
invecchiata, si preferisce adottare lo stesso procedimento seguito per l'
invecchiamento delle acquaviti di vino, cioè in fusti di rovere. La
grappa é il distillato italiano più genuinamente popolare, radicato come
nella nostra storia contadina. I vari tipi di grappa: Il livello di
qualità della grappa dipende essenzialmente dalla bontà della vinaccia e
non dalla varietà d' uva. Esistono anche grappe ottenute da un unico
vitigno: ci sono quelle aromatiche come ad esempio prima fra tutte la
grappa di moscato che per tradizione si distilla in Piemonte. La grappa
giovane é quella che non viene messa in fusti di legno: resta in
contenitori d' acciaio o di altri materiali inerti, che non determinano
alcun cambiamento di colore, di profumo e sapore. Le grappe invecchiate,
invece, devono al legno il mutamento delle loro caratteristiche: il colore
diventa giallo paglierino o dorato; il profumo acquista finezza, e il
sapore si fa più morbido. E' molto importante, oltre alla durata dell'
invecchiamento, il tipo di legno in cui la grappa é maturata: rovere,
frassino, persino ciliegio selvatico, perché ogni legno cede al
distillato sostanze in qualche misura differenti. I tipi fondamentali di
grappa sono quattro: giovani, invecchiate, aromatiche e aromatizzate.
Nell' ambito di ciascuna categoria esiste una varietà notevolissima di
distillati, in base al tipo di vinaccia, alla sua provenienza, alle
tecniche di distillazione, alle lavorazioni successive e alla maturazione
più o meno lunga. Le caratteristiche di una buona grappa: Innanzitutto il
distillato deve essere limpido, senza velature o particelle in
sospensione. Il colore deve essere bianco brillante per le grappe giovani,
e giallo paglierino più o meno intenso per quelle invecchiate. Il profumo
poi deve essere delicato ma bene espresso: non troppo tenue, né troppo
aggressivo o pungente; la sensazione bruciante dell' alcool non deve
prevalere sugli altri gusti.E' anche importante che il sapore non si
svanisca troppo presto, ma si soffermi a lungo in bocca. La grappa
giovane, nervosa e schietta, può essere bevuta fresca di cantina, o anche
fredda. Bisogna assolutamente evitare di raffreddarla mettendo ghiaccio
nel bicchiere: il ghiaccio, sciogliendosi, annacqua il distillato e lo
rende sgradevole. Sono molte le ditte produttrici di grappe, e moltissime
le marche commerciali: Piave, Iulia, Carpené Malvotti, Nonino, Della
Morte, Grappa Cristal, Libarna, Acquavite Friulana, Grappa di Barolo,
Riserva della Regina, Nardini, Bocchino, Fior di Vite,Vite d' Oro, Vecchia
Grappa di Prosecco, Trevisana, San Giusto, Sigillo d' Oro, Friuldoro,
Graspanera, Goccia d' Oro, Riserva San Michele, Grappa di Gattinara,
Grappa di Ramandolo, Grappe di Lambrusco,Passadoro, Graspa Stravecchia de
Bassan. ACQUAVITE DI CEREALI Tra le molte materie prime che danno origine
alle acquaviti, i cereali occupano quantitativamente il primo posto.
Questo primato dipende da moltissimi fattori: maggiore disponibilità sul
mercato, costo economico più conveniente, ragioni storiche inseritesi
profondamente nel tessuto delle tradizioni e, quindi, della preferenza
delle popolazioni. Le acquaviti di cereali più diffuse e conosciute nel
mondo sono il Gin, la Vodka ed il Whisky con i vari tipi di Whiskey.
ACQUAVITE DI FRUTTI: Per ottenere una buona acquavite di frutta é
indispensabile che la materia prima sia matura al punto giusto. La
distillazione non é particolarmente difficile, ma é delicata perché
bisogna ricavare dai frutti quanto più possibile in fragranza e sapore.
In Italia, le migliori acquaviti di frutti si producono nel Trentino: sono
ricavate dalla distillazione, a ripasso, durante la quale il primo
apparecchio dà un prodotto alcolico a 30° circa, dal quale si separa la
testa e la coda prima di passarlo ad altro alambicco dove il liquido,
leggermente oleoso, viene nuovamente riscaldato per mezzo di un serpentino
nel quale circola vapore. Dopo ulteriore separazione della testa e della
coda si ha un prodotto limpido, chiaro, profumato, a circa 70°. Ottime
acquaviti di frutta si producono anche in Alto Adige, in Alsazia-lorena,
Alta-Saone e Normandia,Foresta Nera,in Svizzera,in Jugoslavia, in
Austria,in Ungheria,negli Usa,nel Messico ,nel Perù. Fra tutte queste la
più nota agli europei é il Calvados, l'acquavite di mele dei Bretoni.
ACQUAVITE DI VINO I maggiori produttori e consumatori di acquavite di vino
sono: Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. L' acquavite migliori
si ottiene per distillazione discontinua, cioè con alambicco secondo il
metodo charentais, facendo molta attenzione ad eliminare al momento giusto
le teste e le code del distillato, lasciando intatto il cuore.
Normalmente, non si distillano vini di pregio ma vini correnti,giovani, di
bassa gradazione ma ricchi di acidità fissa, possibilmente bianchi e che
non abbiano fermentato al contatto delle bucce e dei vinaccioli. I vini
preferiti sono: il Moscato, il Malvasia, il Saint-Emilion, il Colombard,
il Folle Blanche, il Jurancon, il Piepoul, il Pinot, il Savatiano. Questi
vini hanno le componenti essenziali e normalidi tutti gli altri vini ma
una componente maggiore per certi composti, fra cui alcuni eteri ed esteri
che, assieme, danno all' acquavite di vino la ben nota fragranza ed un
sapore armonioso ed asciutto. Le migliori e più note acquaviti di vino
del mondo sono l' Armagnac, il Brandy italiano ed il Cognac.
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