Sud America Argentina Bolivia Brasile Cile  Colombia Ecuador Paraguay Venezuela


Repubblica dell’America Meridionale, situata nella parte settentrionale del continente. Confina con la Colombia a Nord, con il Perù a Est e a Sud, ed è bagnata ad Ovest dall’Oceano Pacifico. E’ attraversata dall’equatore ha una superficie di 269.756 kmq. e la sua capitale è Quito.

 

 

 

TERRITORIO
Le due catene montuose  delle Ande dividono il paese in tre regioni: la sierra, costituita dalla Cordigliera Reale che comprende cime molto elevate, alcune di carattere alcune di carattere vulcanico che raggiungono i 15.897m.; la regione orientale che occupa meta’ del territorio ed è costituita da una vasta pianura, bassopiani che precedono i rilievi della cordigliera orientale, e l’arcipelago di Colon.

 

CLIMA

Il paese ben che attraversato dall’equatore presenta una grande varietà di climi. Sulla costa le temperature sono stabili intorno ai 20º C, mentre, man mano che ci si sposta all’interno la temperatura varia dai 7 gradi ai 21 °C, a seconda; nella sierra raggiungono addirittura i 37,8 °C. Nella regione orientale le precipitazioni raggiungono 2.030 mm, e si ha una temperatura di 12,8 °C.

Lungo la regione costiera sui rilievi inferiori hai 2000 m. si trovano ampie distese forestali, mentre sui rilievi superiori hai 3000m. la vegetazione si alterna tra steppa arbustiva e steppa erbacea.

Nella regione orientale, e’ presente una fitta e ricca foresta pluviale. Nella fauna troviamo mammiferi di grossa taglia come :orsi, giaguari e linci; mentre fra quelli di taglia minore troviamo: donnole, lontre, e moffette. Nelle zone costiere troviamo diversi tipi di rettili: serpenti, lucertole e coccodrilli. Nelle meravigliose isole Galapagos sono presenti numerose specie endemiche di uccelli e rettili.

 

POPOLAZIONE

L’Ecuador è composto da 21 province ,ed e’ suddivisa in cantoni, e comuni urbani e rurali. La popolazione e situata per il 54% nelle aree urbane e ammonta a circa 10.460.000 abitanti, con una densità di 39 unita per km2. La città più popolata e Guayaquil, un importante centro commerciale dove ha sede il porto principale del paese. Altre città degne di rilievo sono Cuenca e Machala. Il 40% della popolazione e costituito da indios quechua e da meticci, discendenti dalle antiche unioni tra popolazioni locali e gli europei. Il 10% della popolazione e formato da spagnoli e africani. A causa della varietà etnica, il paese presenta molte differenze culturali. La lingua ufficiale e lo spagnolo, che viene parlato soprattutto nel settore andino, e il queqhua, l’antica lingua degli Incas.

La religione predominante e il Cattolicesimo praticato da circa il 90% della popolazione; sono presenti anche gruppi di protestanti anche gruppi di protestanti e, nella regione orientale, persistono i culti tribali.

 

STORIA

L’Ecuador, originariamente popolato dai Quito, nell’800’ fu invaso dagli Scyri o Caras e inseguito dagli Incas nel ( XV secolo ). Alla morte del capo Incas Huayna Càpac, scoppiò una guerra dinastica che favorì la conquista spagnola del XVI secolo. Alla fine del XVIII secolo una serie di ribellioni causarono la proclamazione d’indipendenza del 9 ottobre 1820 divenuta poi effettiva nel 1822. L’Ecuador, associatosi alla repubblica della grande Colombia, se ne distaccò nel 1830, dichiarandosi repubblica indipendente ed eleggendo alla presidenza Juan Josè Flores. La vita della nazione fu segnata fin dall’inizio da una serie di lotte civili, di disordini di natura economico – sociale, di colpi di stato, di dittature e di tensioni per i confini col Perù e con la Colombia : tutti problemi che, non risolti dai presidenti che si sono avvicendati, fanno di questo stato uno dei più instabili dell’America latina.

 

ECONOMIA

L’Ecuador è un paese ancora prevalentemente agricolo e poco sviluppato. La maggior parte della popolazione, che per il 33% è occupata nelle attività primarie, vive nella zona andina dove sussiste il latifondo largamente parassitario. L’Ecuador un prodotto pro capite basso; poco più di 1040 dollari annui, però sono significative sia la presenza di risorse energetiche, non straordinarie ma sufficienti a dare un certo peso al paese come esportatore di petrolio, sia la forte espansione del settore manifatturiero, che si accresce al ritmo annuo di oltre il 7%, sceso al 4,4% nel 1981, e allo 0,5% nel 1983; in quanto al tasso d’inflazione, dopo essere stato a lungo contenuto entro il valore medio del 12%, ha toccato il 58% nel 1988, una crisi che dura tuttora. Nel settore agricolo si avverte l’insufficienza di incisive riforme statali, ben che dal 1976 si proceda alla graduale confisca di tutti i latifondi che risultino non coltivati per oltre l’80% della loro superficie. L’agricoltura presenta due volti: nella costa si hanno aziende molto produttive di modeste dimensioni; nella Sierra, a immense proprietà terriere si contrappongono migliaia di microfondi, in cui i contadini si dedicano a colture di immediato consumo, su suoli troppo sfruttati e con sistemi antichi e poco produttivi. La costa oltre a fornire prodotti chiave come banane, cacao, caffè, canna da zucchero, cotone tabacco e varietà di frutti come gli agrumi, da’ anche alcuni tipi di palma come phytelephas e macrocarpa, dal cui frutto si estrae il corozo (avorio vegetale), usato nell’industria di bottoni, e la carludovica palmata, che fornisce una fibra per fabbricare i cappelli. Nella Sierra si coltivano i cereali, mais e riso, ma soprattutto, manioca, patate e leguminose, e colture frutticole, solo in alcune zone protette e ben irrigate. Quasi la metà del territorio è occupato dalle foreste, da cui si ricavano numerosi prodotti come la blasa, di cui l’Ecuador è il massimo produttore mondiale e varie sostanze concianti.

L’allevamento tende sempre a svilupparsi, e oggi svolge ancora una funzione modesta nell’economia nazionale. Prevalgono i bovini gli ovini e i suini che si aggiungono ad oltre 55.000.000 di volatili da cortile; nelle zone di montagna vengono utilizzati come mezzo di trasporto i muli, gli asini, e i tradizionali lama.

I prodotti della pesca come gamberi, tonni, e aragoste che vengono destinati all’esportazione, a cui il governo ha dedicato ampi investimenti.

L’unico prodotto notevole del sottosuolo è il petrolio, che viene estratto ad Ancòn e nella penisola di Santa Elena e viene convogliato con L’oleodotto che lo porta fino alla raffineria. I più ricchi giacimenti di petrolio nella parte orientale sono situati al confine con la Colombia, lungo il fiume Putamayo; il petrolio è posto al servizio della produzione elettrica, che in questo momento è insistente, il problema verrà risolto con un maggior utilizzo del potenziale idroelettrico della regione andina. Nonostante l’insufficiente produzione di energia l’industria ha compiuto notevolissimi progressi, e oggi opera anche per l’esportazione tessile, alimentare e del tabacco.