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Aperto, a nord sulla fossa del Giordano con la piana di Esdrelon, il paese domina il Mar Morto, a est, con scarpate di faglia scoscese. Verso ovest, invece, altipiani calcarei, secchi e pietrosi, digradano verso il Mediterraneo; a sud, il deserto del Negev è una pianura accidentata da rilievi vulcanici e massicci cristallini, limitati da fratture. La scarsità delle piogge del Negev (tra 50 e 200 mm annui), la loro precarietà in ogni stagione e la siccità dell'estate mediterranea fanno sì che l'attività agricola sia strettamente legata al rifornimento idrico. Tuttavia, con la costruzione di pozzi e di canali di irrigazione, l'agricoltura ha potuto saldamente svilupparsi anche in questa regione. Pozzi e canali, numerosi in epoca biblica, avevano assicurato notorietà alla Palestina; distrutte dagli invasori che si avvicendarono nel paese, e dai Beduini nomadi, le opere idrauliche furono riattivate dai pionieri del movimento sionista. In seguito, nuove grandi opere sono state attuate o sono in atto. Aperto, a N-E, sulla fossa del Giordano con la piana di Esdrelon, il paese domina il Mar Morto, a est, con scarpate di faglia scoscese. Verso ovest, invece, altipiani calcarei, secchi e pietrosi, digradano verso il Mediterraneo; a sud, il deserto del Negev è una pianura accidentata da rilievi vulcanici e massicci cristallini, limitati da fratture. La scarsità delle piogge del Negev (tra 50 e 200 mm annui), la loro precarietà in ogni stagione e la siccità dell'estate mediterranea fanno sì che l'attività agricola sia strettamente legata al rifornimento idrico.