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L'indipendenza d'Israele ha avuto la sua origine negli sforzi dei sionisti per ricreare un "focolare nazionale" per gli Ebrei della diaspora minacciati dalla recrudescenza dell'antisemitismo particolarmente in Germania e in Russia. La Palestina, in cui si erano ristabilite, dopo la dispersione del 132-135 d.C., alcune comunità giudaiche, sembrava essere il luogo naturale per tale "focolare". L'Alleanza israelitica universale e gli Amanti di Sion vi fondarono colonie agricole, con lo scopo di ricostituire una classe rurale ebrea. Le sovvenzioni finanziarie del barone Edmond de Rothschild favorirono, dal 1887 al 1899, la creazione di quelle d'Ekron e di Rishon-le-Zion. Il fondatore del Movimento sionista, Theodor Herzl, dichiarò al primo congresso sionistico di Basilea che entro cinquant'anni lo Stato ebraico si sarebbe costituito, disegnandone la struttura, le finalità e i mezzi di attuazione. Tra questi furono rapidamente realizzati la Banca nazionale ebraica, per la raccolta e l'amministrazione dei capitali necessari. La costituzione israeliana consta di una serie di leggi e non di un documento unitario. In base a essa, lo Stato d'Israele, proclamato il 14 maggio 1948, è una repubblica di tipo parlamentare unitaria. Il potere legislativo spetta alla Knesset (Assemblea nazionale), composta da 120 deputati eletti ogni 4 anni a suffragio universale diretto e con il sistema proporzionale.