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Nella religione romana fin dai tempi più antichi il Dio supremo era Giove, che era Dio del fulmine e della pioggia. Giove in antichità era associato ad altre due divinità nella cosi detta “Triade Arcaica”, formata da Marte, il Dio della guerra e da Quirino che, dopo il III secolo a.C., venne identificato con  Romolo, il fondatore di Roma. Poco più tardi Giove venne associato ad altre due divinità femminili nella “Triade Capitolina”,  formata da Minerva, dea degli artigiani, e Giunone, dea della nascita. Oltre a questi dei ne esistevano altri come Fortuna, Venere, Diana, Mercurio e Cerere. Quando Roma conquistò la Grecia gli dei romani vennero identificati con gli dei greci, così, ad esempio, Giove fu identificato in Zeus, Giunone in Era, Minerva in Atena, Marte in Ares, Diana in Artemide, Venere in Afrodite, Mercurio in Ermes e Cerere in Demetra. Oltre a queste divinità venne introdotto il dio greco Apollo. Accanto  agli dei venerati da tutto il popolo, c’erano anche gli dei familiari a verso i quali venivano rivolti riti privati: i Mani, gli spiriti dei morti; i Lari, proteggevano tutta la famiglia compresi gli schiavi; i Penati, dei che si ereditavano di padre a figlio e i suoi parenti. Agli dei che già si veneravano se ne aggiungevano altri originali per le regioni conquistate. Nel periodo imperiale si facevano riti in solo onore dell’ imperatore il quale  non era considerato un dio, fino a quando non moriva, allora gli imperatori venivano divinizzati, ma alcuni richiesero gli onori anche in vita. La religione romana si diffuse molto nell’impero occidentale, infatti prima le classi superiori si romanizzavano e in seguito le classi inferiori. La religione romana non sostituì completamente le proprie usanze locali anche perché il governo non cercava di imporla a popoli sottomessi infatti ogni popolazione poteva tranquillamente seguire le proprie usanze e religione.