Ha uno stile composito, ottenuto con l’assemblaggio
dei motivi architettonici dei castelli medioevali.
Nel piano terreno si aprono tre finestre, una porta e una finestrella
sovrastate da una piattabanda a sbalzo formata da pietre regolari più
chiare del paramento in mattoncini rossi.
Sopra le finestre ci sono nove mensole in corrispondenza dei fori che
servivano per le impalcature di costruzione.
Il piano terreno è delimitato in alto da una cornice a sbalzo su cui
poggiano le quattro finestre del primo piano, sormontate, talvolta, da un
vero e proprio arco realizzato con le stesse pietre che delimitano quelle
inferiori.
Sul lato destro delle quattro finestre sono posizionate quattro aperture
cieche.
Il primo piano, come quello
inferiore, è delimitato in alto dalla cornice aggettante, che si
interrompe, tuttavia, dove si innesta la torretta. Essa si presenta
merlata e perimetrata da una teoria di archetti acuti ciechi; su questo
fronte rivolto a sud si aprono due finestre analoghe a quelle del piano
terreno. Tra di esse torna di nuovo un’apertura cieca. Gli angoli dei
due piani e della torretta sono rinforzati con una fila dei medesimi conci
che rifiniscono le finestre.
La
collina di Segalari conserva i resti di un antico centro abitato: una
torre, l’esterno di un palazzo, un mulino, resti di mura, una cappella e
fuori dall’area della tenuta vera e propria una casa colonica.
Nel dodicesimo secolo compare ufficialmente un ramo dei della Gherardesca
con il titolo di “Conti di Segalari”, che si estinse, però, nel 1305.
La tenuta, rimasta in dote ad Emilia, figlia di Ugolino, passò ad
Ildebrandino degli Ildebrandeschi, quindi agli Orlandi di Sassetta,
poi di nuovo ai Della Gherardesca fino al 1945; In seguito venne venduta
ai Ceuli.
Costoro la tennero senza mai andarvi ad abitare, ma affittandola con
l’impegno che, chiunque l’avesse resa fertile, dopo nove anni avrebbe
avuto metà del possesso.
Agli inizi dell’Ottocento si succedettero i pisani Lanfranchi e Bigazzi,
ma nel 1829 l’intera tenuta fu acquistata da Luigi Merlini che iniziò
le opere di restauro, testimoniate da alcune lapidi recentemente oggetto
di pubblicazione.
Alla fine del diciannovesimo secolo Walfredo Della Gherardesca acquistò
Segalari e dedicò particolare cura al restauro del palazzo, fino ad ora
decisamente modesto, conferendogli quelle caratteristiche di
“castello”, ossia dotandolo di torretta e merli, che ancora oggi
conserva.
La torre è quadrangolare in pietra, merlata. Nei lati a sud-est e ovest
si apre una finestra e sul lato est si trova la porta d’ingresso (attualmente in parte murata).
Si tratta, probabilmente, di una sopravvivenza architettonica
dell’antica tenuta di Segalari.
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