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FOSSO DELL’ACQUA CALDA (o
Venelle)
Nasce dalle Grotte Casali, in zona
Serristori, riceve le
scarse acque della sorgente omonima, fiancheggia Villa Donoratico e sbocca
in mare in zona “La Pruniccia” tra l’Olmaia e il Club Mediterranée.
FOSSO DELLA CARESTIA
VECCHIA (in Bolgheri)
Ha la sorgente nella zona delle Martelline Gialle, sotto
Patanocco; giunto quasi in piano, fiancheggia la fornace di San Martino e
il frantoio della Pancola.
A circa metà percorso riceve le acque del Botro della
Cella e va a confluire nella Fossa Camilla, dopo aver attraversato il
Viale dei Cipressi poco sopra a San Guido.
BOTRO AI MOLINI (in Castagneto)
Ha
la sorgente presso la Fiora, al confine con Sassetta,
sfiora Bagnoli ricevendo le acque delle sue sorgenti e scorre nella valle
omonima, un tempo caratterizzata da ben cinque mulini.
In questo primo tratto riceve diversi affluenti, tutti di poco conto.
Poi attraversa
pigramente il piano, sfiorando il Casone Ugolino,l’abitato di Donoratico,
il Bambolo e il Viale delle Palme, andando a confluire nella Fossa di
Bolgheri al Seggio, poco prima della foce.
FOSSA CAMILLA
È il
più importante corso d’acqua, dopo la Fossa di Bolgheri,di
tutto il territorio castagnetano. Nasce al Poggio alle Carbonare nel comune di
Bibbona.
Giunto alla strada per Bibbona, dove sorgeva l’antico
podere della Barinca, prendeva il nome di “Barinca”.
Ma poco oltre, incrociando la vecchia Via Campigliese, era
chiamato “Fosso della Bufalareccia”, per le condizioni permanentemente
semipaludose, atte solo ai bufali.
Con le bonifiche del 1779/1786, fu costruito il tratto
artificiale diretto fino al mare, detta Fossa Leopoldina Camilla
(semplificato in Camilla), che nella parte finale
fu chiamato “Bocca del Fosso Nuovo” ed oggi “Cioccaie”.
FOSSA DI BOLGHERI
È il maggior corso d’acqua del territorio comunale e,
nel suo pur breve percorso, riceve l’acqua di numerosi affluenti.
La foce, che nell’ultima parte prende il nome di
“Seggio”, è sempre ricca di acqua, tanto che poteva essere sfruttata
per un ampio e sicuro porto interno, il cui uso si perde nella notte dei
tempi.
Questo porto andò in crisi solo nella seconda metà
dell’Ottocento,per l’avvento della ferrovia che pian piano prese a
fagocitare la quasi totalità delle spedizioni di merce.
La parte finale oltre la ferrovia,sinuosa e priva di argini, fu “bonificata”,cioè raddrizzata e arginata, nel 1835, durante
la seconda serie di bonifiche.
Il Seggio era famoso in passato anche per la pesca che i
Gherardesca davano in affitto a numerosi “fidati” fin dal 1430, sia per
il pesce che per i soli
gamberi, facendo pagare una lauta fida in natura.
FOSSO DELLA CARESTIA
Per non confonderlo con la “Carestia Vecchia”
bolgherese, veniva
detto “Fosso di Santa Maria”, anche se nasce ben oltre, nella zona
Bolla del conte Piero.
Poco a valle di Santa Maria, c’è un orrido
legato alla leggenda di San Guido, il “Salto del Diavolo”, dove pare
che l’eremita di casa Gherardesca avesse fatto cadere il diavolo
tentatore.
Spartiti equamente i Pianetti delle Preselle dal Pianetto Serristori, defluisce in mare in zona
Paradù, a nord del Club Méditerranée.
FOSSO BOTRO AI FICHI
Ha la sorgente alla Fontina dei
Rognoli, presso le Grotte
Casali, e sfocia in mare al Suvericcio.
Ha così scarsa e alterna portata, che il suo letto è
utilizzato come sottopassaggio ferroviario.
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