Fin dall’origine, il
commercio fu un’attività importante per Roma che sorgeva all’incontro tra
due vie commerciali: quella fluviale e quella terrestre, lungo il Tevere. Nei
primi secoli il commercio era soprattutto con il sale che veniva dalle saline
vicino a Roma, anche i prodotti dell’agricoltura e della pastorizzazione. La
creazione dell’impero, fece di Roma un centro commerciale nel Mediterraneo
dove c’erano merci di regioni diverse. Il commercio interno aveva i suoi
centri principali nelle città e era soprattutto su prodotti di agricoltura,
abbastanza per il rifornimento dei cittadini. Viera anche un commercio
estero, con le tribù germaniche del nord e con le popolazioni
africane del sud, commerciavano animali feroci, avorio ma soprattutto
commerciavano con i grandi regni dell’India e con l’impero cinese, questi
forniva prodotti di grande valore come la seta, pietre preziose, pepe, perle e
avorio. I prodotti dell’India venivano pagati in oro o a prezzi molto alti,
perché costava molto il trasporto su distanze lunghissime e dei rischi
correvano nel viaggio. Essi venivano pagati in oro, ma il commercio
con l’Oriente, portava l’impoverimento
dell’impero e per evitarlo il governo imperiale impose forti tasse sui
prodotti di lusso. Gli scambi commerciali favorivano più sviluppo
all’artigianato e molti centri locali si specializzarono nella produzione
di beni. La grande quantità di denaro che circondava portò ad un
espansione delle attività finanziarie.
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