SMALTIMENTO
Quali sono i principi di fondo?
Raccogliere i rifiuti costa molti soldi e precisamente 20 centesimi di euro
per ogni chilo di rifiuti che produciamo. Ognuno di noi paga una tariffa al
comune in base ai metri quadri in cui abita. I principi su cui si fonda tutto il
nuovo sistema di rifiuti sono cinque e facilmente memorizzabili.
Principio n. 0
“I rifiuti sono una risorsa”
I rifiuti sono una risorsa energetica: un chilo di rifiuti indifferenziati se
viene bruciato in un impianto di termovalorizzazione produce energia pari a
10.000 KJ e quindi la quantità di energia che tiene accesa per 46 ore una
lampadina da 60 watt. In questi impianti di termovalorizzazione viene recuperata
la parte più adatta alla combustione. Tali rifiuti prendono il nome di
Combustibile derivato dai rifiuti (CDR).
Principio n. 1
“Le tre r: Riduzione, Recupero, Riciclo”
Per riduzione si intende che dobbiamo buttare via meno cose, possiamo far
recuperare a qualcun altro quello che a noi non serve e possiamo recuperare
l’energia contenuta nei rifiuti. Infatti la legge stabilisce che:
• Per prima cosa bisogna ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti
che si producono;
• Si deve poi favorire il reimpiego dei prodotti e la loro riutilizzazione in
più cicli di vita;
• Si deve poi favorire il riciclaggio dei rifiuti come materiale;
• Infine si deve favorire il recupero dei rifiuti come fonte di energia.
Bruciando un chilo di rifiuti con il procedimento della termovalorizzazione
si ricavano 10.000 KJ (chiloJoule, l’unità di misura dell’energia), un quinto di
quanto si ricava dalla combustione del petrolio e la metà di quanto si ricava
dal carbone.
Principio n. 2
“Chi inquina paga”
Secondo la legge, i rifiuti devono essere pagati da chi li produce, infatti
questo si tratta soprattutto di un modo di incentivare chi ricicla
correttamente. Fino a oggi, molte persone, volontariamente partecipano alla
raccolta differenziata perché lo ritengono giusto. In molte parti del mondo si
fanno esperienze per misurare i rifiuti di ogni cittadino e questi sono
sistemi
che riducono i rifiuti e la proliferazione di scarichi abusivi. Entro il 2008
tutti i comuni dovranno far pagare a ogni utente la quantità di rifiuti che
produce e non più in base ai metri quadri che occupa la sua casa. I sistemi
sperimentati sono:
• Sacchetti prepagati = il comune obbliga i cittadini a usare certi tipi di
sacchetti, per pagare a seconda della quantità usata e questo sistema incentiva
la raccolta differenziata.
• Bidoni monoutente = ogni famiglia ha il proprio bidone e
la R.E.A.,
quando lo svuota, misura il peso smaltito.
• Bidoni con tesserino magnetico = i contenitori stradali, possono essere
aperti solo con un codice segreto e cosi viene misurata la quantità di rifiuti
buttata.
• Conferimento a centro di raccolta = ognuno butta via quanto vuole, ma
ottiene degli sconti se porta i rifiuti in un punto di raccolta, dove possono
essere misurati e lavorati.
Principio n. 3
“La responsabilità condivisa”
A volte non riusciamo a capire chi produce un rifiuto, cioè se è chi compra o
l’azienda che fa l’imballaggio, così potremmo trovarci a pagare anche i rifiuti
prodotti dagli altri e questo sarebbe un problema. La legge assegna in questo caso dei costi per il recupero
e lo smaltimento degli imballaggi alle aziende e ai commercianti, senza far
pagare i consumatori finali.
Principio n. 4
“IL criterio di prossimità”
La legge stabilisce che i rifiuti devono essere smaltiti da aziende
specializzate, vicino al luogo dove sono stati prodotti. Queste garantiscono
maggiore efficienza e controllo del materiale. Per la Toscana, gli ambiti sono
dati dai confini provinciali per Lucca, Massa, Pisa, Livorno, Arezzo, Siena,
Prato e Grosseto, più altri due ambiti della provincia di Firenze, meno il
circondario della Valdelsa e un ambito unico per la provincia di Pistoia.