DE GASPERI
Alcide De Gasperi nacque nel 1881 a Piave Tesino quando queste montagne del
Trentino appartenevano ancora all' Impero austro-ungarico. De Gasperi entrò nel
parlamento viennese in rappresentanza dell'intera comunità italiana
trentina. Dopo il passaggio del Trentino e dell'Alto Adige all'Italia continua
l'attività politica nel Partito Italiano Popolare di
Don Luigi Sturzo,
diventando in breve tempo il presidente del partito. Attorno a questi due uomini
politici cominciava a formarsi una nuova classe dirigente cattolico-popolare,
che in breve tempo sostituì i vecchi notai alla Meda. Divennero nel secondo
dopoguerra i "padri nobili" della Democrazia Cristiana anche nel
paese, De Gasperi fu una dei pochi leader popolari a non accettare accordi con
il regime.
Dopo il delitto Matteoti , l'opposizione al regime e al suo Duce fu fermata e
risolta anche se coincise col ritiro della vita politica attiva a seguito dello
scioglimento del P.I.P. ed al ritiro nelle biblioteche vaticane per sfuggire
alle persecuzioni del fascismo. Dopo la caduta del fascismo
e l'armistizio con
gli Alleati, De Gasperi rifonda la Democrazia Cristiana clandestina, entra nel
Cln, e definisce il suo un "partito di centro che guarda verso sinistra. Fu
la "svolta di Salerno" da cui nacque un ampio fronte di resistenza
nazionale che andava dai comunisti ai militari monarchici badogliani, dai
socialisti ai liberali includendo il partito cattolico, la Democrazia Cristiana,
di cui De Gasperi fu fondatore e leader. Si formò, così, il secondo governo
Badogliano in cui sono rappresentati tutti i capi dell'antifascismo da Togliatti
a Croce, da Nenni allo stesso De Gasperi.Dopo i quarantacinque giorni di governo
si formò un governo guidato da un "politico", Ivanoe Bonomi, leader
della socialriformista Democrazia del Lavoro, erede del vecchio Partito
Socialista Riformista Italiano fondato nel 1912 dallo stesso Bonomi. In tutti
questi governi De Gasperi rappresenta, come aveva già fatto nei CLN, la DC ed
in qualità di Ministro degli Esteri condusse le trattative di pace tenutesi a
Parigi. La destra democristiana ed i liberali provocarono ben presto la caduta
del governo Parri ritenuto troppo legato al movimento partigiano, De Gasperi
affermò che la Democrazia Cristiana non voleva affatto ne' un ritorno al
passato ne' tantomeno, una svolta autoritaria. Nel Giugno del 1946 l'Italia va
alle urne ed il corpo elettorale è chiamato a scegliere la riforma di governo
(monarchia o repubblica) ed ad esprimere preferenze politiche e partitiche per
la
composizione dell'Assemblea Costituente il cui compio il redigere la nuova
Costituzione. Vince la repubblica e la DC ottiene la maggioranza relativa dei
voti: De Gasperi viene riconfermato alla guida del governo di unità nazionale
democratica antifascista. La situazione politica mondiale comincia ad esseri
critica a seguito delle tensioni tra le due superpotenze, gli Stati Uniti e
l'Unione Sovietica, e nel 1947 il Presidente del Consiglio si reca negli Stati
Uniti. L'anno successivo, il 18 Aprile 1948, De Gasperi vede riconfermata la sua
linea politica dal capo elettorale che, nelle elezioni legislative generali,
assegna alla Democrazia Cristiana la maggioranza assoluta dei seggi al
Parlamento con il 48% dei voti. Però nonostante la fine dell'unità
antifascista, il 27 dicembre 1947 l'Assemblea Costituente approvò la nuova
Costituzione repubblicana, frutto dell'incontro tra la cultura della sinistra,
il pensiero cattolico popolare e la trazione liberaldemocratica.IL cattolico ed
antifascista De Gasperi nel 1953 seppe dire di no al Vaticano ed all'anziano don
Sturzo opponendosi all'apertura a destra e all'alleanza con monarchici e
fascisti per le amministrative romane. Il Vaticano non glielo perdonò mai ed il
pontefice Pio XII non lo ricevette per il suo trentesimo anniversario di
matrimonio. De Gasperi seppe accettare, accettare e sopportare l'umiliazione con
la dignità di un vero galantuomo. La carriera politica degaspariana finisce nel
1953 quando le elezioni legislative generali vengono bocciate. Lo statista
trentino morì nel '54 appena un anno dopo l'abbandono della guida del governo.