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GIRASOLE


Il girasole è l'unica pianta originaria del Nordamerica e del Perù ad aver raggiunto importanza mondiale. Coltivato da tempo immemorabile dagli indigeni del sudovest degli stati Uniti, il girasole fu importato in Europa nel 1510 come pianta decorativa. Le prime grandi coltivazioni vennero fatte in Francia e in Baviera nel XVIII secolo, allo scopo di ottenere olio vegetale.

 

 

Notizie scientifiche sul girasole La pianta erbacea annuale presenta una radice fibrosa e un fusto alto fino a tre metri con interno spugnoso e leggero. Le foglie opposte in basso e alternate in alto, sono ovali o cuoriformi percorse da una o da tre nervature. Presentano un picciolo robusto. Il loro margine è seghettato. La superficie e il picciolo sono ruvidi per la presenza di robusti peli che si originano da un grosso tubercolo. I fiori sono riuniti in enormi capolini portati da robusti peduncoli ingrossati al di sotto del capolino, che è circondato da brattee di aspetto fogliaceo. I fiori , che possono essere più di mille in un solo capolino, sono di due tipi : quelli esterni hanno una grossa lingula oblungo-lanceolata e giallo-dorato, quelli interni sono piccoli e bruni; hanno tutti alla base una brattea acuminata. Il frutto è un achenio nerastro o grigio con striature più scure, di forma ovale e con la superficie vellutata. Alla sommità non ha il pappo ma solo due squamette che cadono precocemente. Notizie scientifiche sul girasole La pianta erbacea annuale presenta una radice fibrosa e un fusto alto fino a tre metri con interno spugnoso e leggero. Le foglie opposte in basso e alternate in alto, sono ovali o cuoriformi percorse da una o da tre nervature. Presentano un picciolo robusto. Il loro margine è seghettato. La superficie e il picciolo sono ruvidi per la presenza di robusti peli che si originano da un grosso tubercolo. I fiori sono riuniti in enormi capolini portati da robusti peduncoli ingrossati al di sotto del capolino, che è circondato da brattee di aspetto fogliaceo. I fiori , che possono essere più di mille in un solo capolino, sono di due tipi : quelli esterni hanno una grossa lingula oblungo-lanceolata e giallo-dorato, quelli interni sono piccoli e bruni; hanno tutti alla base una brattea acuminata. Il frutto è un achenio nerastro o grigio con striature più scure, di forma ovale e con la superficie vellutata. Alla sommità non ha il pappo ma solo due squamette che cadono precocemente. Caratteristiche nutritive del girasole Le grandi piantagioni di girasoli arrivano alla maturazione in ottobre. Si recidono, si appendono ad asciugare e si sgranano i semi. Dai semi di girasole si ottiene un olio di pregevoli qualità nutritive. Presenta solo acidi grassi insaturi : acido oleico 33-55 % , acido linoleico 55-60 %, acido linoleico praticamente assente, acido arachidonico assente. Il girasole contiene proteine vegetali, Calcio, Magnesio, Ferro e vitamina E. I suoi acidi grassi sono sostanze che il nostro organismo non sa produrre e, quindi, devono essere inseriti nella nostra dieta. Servono infatti nella produzione delle prostaglandine, particolari ormoni che regolano la pressione, rafforzano il sistema immunitario e facilitano la produzione di HDL ovvero del colesterolo buono. I semi vanno tostati e possono essere mangiati. Particolarmente indicato usare il suo olio, a crudo, per condire insalate o verdure.

 

KIWI

Il Kiwi è un frutto molto ricco di vitamina C, di fibre, di vitamina E e di Potassio. Due Kiwi contengono il 240% del fabbisogno di vitamina C del nostro organismo. Inoltre il frutto contiene il 16% di fibre, il 14% di Potassio e il 10% di vitamina E. La storia del Kiwi inizia nella valle del fiume Yang-Tse che ha dato al frutto il suo nome originario "Yangtao". Il frutto era considerato una delicatezza alla corte del Gran Khan. Il Kiwi ha più di 700 anni e fu portato in Europa fra il 1800 ed il 1906 da un membro della Royal Horticultaral Society of Britain. In Nuova Zelanda il frutto arriva nel 1906 e prese il nome di "Uva Spina Cinese" (Chinese Gooseberry) e proprio in questo Paese comincia ad essere prodotto in grande quantità. Le prime esportazioni del frutto si hanno nell'anno 1962 verso gli Stati Uniti dove il frutto viene chiamato kiwifruit, dal nome dell'uccello tipico della Nuova Zelanda. Quando scegliete un KIWI cercate sempre dei frutti leggermente morbidi al tocco. Maturateli a temperatura ambiente per 3 o 5 giorni. Un Kiwi è maturo quando è morbido e piacevolmente profumato. Una volta pronto mangiatelo subito. Un frutto maturo può essere conservato in frigorifero per 2 o 3 giorni. Se invece avete bisogno di conservare i frutti più a lungo riponeteli in un sacchetto di plastica, in questo caso potrete conservare i Kiwi per 2 o 3 settimane. Il sacchetto di plastica serve a ridurre il calo dell'umidità che aiuta il frutto a conservarsi più a lungo. Se riponete un Kiwi vicino a frutta che produce etile come mele, banane o pere, il processo di maturazione si accelera.

 

COME SI COLTIVA

L'actinidia è una specie dioica, con piante che hanno solo fiori femminili e altre solo fiori maschili. L'impollinazione dipende da diversi fattori per lo più ambientali (umidità relativa, vento, piogge persistenti, aridità, ecc…). Da alcuni anni si sta diffondendo, anche in Italia la produzione di queste piante. Con la potatura si stabilisce, nell'intervento invernale, la carica di gemme da lasciare alla quale corrisponde una determinata produzione (diverse prove sperimentali hanno dimostrato che il migliore rapporto quantità - qualità è ottenuto con un carico di gemme compreso fra 150.000 e 250.000 per ettaro). Il diradamento dei frutti è un'operazione fondamentale per assicurare il raggiungimento di adeguate caratteristiche commerciali nella più alta percentuale possibile. Deve essere eseguito in due tempi: prima della fioritura o durante i primi stadi did sviluppo dei frutticini. La concimazione va effettuata in funzione delle dotazioni in elementi minerali riscontrate nel terreno. È importante che l'azoto venga distribuito annualmente, in modo frazionato da pre - germogliamento ogni 20 giorni. Per la piena produzione sono essenziali i seguenti elementi: azoto, fosforo, potassio e magnesio.