Castiglioncello, così come descritto da
Giosuè Carducci nella poesia “Una sera di San Pietro”, è sicuramente
la località più elevata del territorio comunale con i suoi m.393 di
altitudine. La posizione inizialmente ne fece un perfetto eremo ed in
seguito una fortezza difficilmente espugnabile; oggi resta inimitabile
osservatorio del territorio comunale e suscita grande suggestione nei
visitatori.
Costruito nel 780, Castiglioncello fu donato nel 1052 da Ugo di Rodolfo,
conte di Suvereto, alla solita abbazia di San Pietro di Monteverdi.
Poi ecco Castiglioncello compromesso con i Pannocchieschi, che però,
avendo un grosso debito col successivo signore di Pisa, Bonifazio Novello,
gli dovettero restituire i beni di Castiglioncello.
Quando Pisa e il suo contado caddero sotto Firenze, comparvero i Soderini
e uno di essi, Niccolò, il 2 dicembre 1441 acquistò metà
Castiglioncello. Sotto i Soderini furono edificate alcune importanti case
coloniche di fattoria,( le Capanne, le Volte, Collulivo, Patanocchino,
Castelluccio), e comparvero alcune famiglie ancor oggi “castagnetane”,
(i Lancioni, i Guarguaglini, i Geri, i Gremigni).
Nel 1665 Lorenzo Soderini contrasse col Monte di Pietà di Firenze un
debito inestinguibile e il Monte, senza tanti complimenti, vendette tenuta
e palazzo a mons. Lodovico Incontri e al fratello Ferdinando, marchesi
volterrani.
Dopo un secolo e mezzo circa il conte Camillo della Gherardesca comprò da
Paolo Incontri l’intera tenuta: pala e speciale garanzia che Paolo
Incontri si riservò: la libertà di poter andare liberamente per 23 anni
a pescare gamberi nel Seggio.
A testimoniare il passaggio di queste famiglie nei secoli vi sono la fonte
battesimale della chiesa e lo stipite di una porta, entrambi recanti gli
stemmi Incontri e Soderini incisi nella pietra. Questi si ritrovano anche
nella sala d’armi, dipinti tra gli stemmi di tutti i proprietari.
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