Storielle ZEN

Il vocabolario divertente!


Due monaci sono di ritorno da un viaggio.
Il monaco anziano informa il novizio che ormai manca circa 1 km dal monastero.
In poco tempo arriva un forte temporale con pioggia scrosciante...
I due continuano il cammino verso il monastero e notano una giovane donna in difficoltà nell'attraversare un ruscello che si è ingrossato a causa della pioggia.
Il monaco anziano si avvicina, la carica sulle spalle e guadando il fiume la lascia dall'altra parte della sponda.
I due continuano il cammino e infine arrivano al monastero.
Appena dentro il monastero il novizio rimprovera aspramente l'anziano dicendogli che per i monaci è fatto divieto avere contatti con le donne.
L'anziano monaco risponde: io ho lasciato quella giovane donna dall'altra parte del ruscello mentre tu te la porti ancora sulle spalle.
 

 


UNA TAZZA DI TE


Un filosofo si recò un giorno da un maestro zen e gli dichiarò:
"Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi".
"Posso offrirti una tazza di tè?" gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera.
Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò.
"Ma che cosa fai?" sbottò il filosofo. "Non vedi che la tazza é piena?"
"Come questa tazza" disse il maestro "anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcos'altro..
Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?"
 

 


Due monaci pregano senza sosta, uno è corrucciato, l’altro sorride. Il primo domanda:
- Com’è possibile che io viva nell’angoscia e tu nella gioia se entrambi preghiamo per lo stesso numero di ore?
L’altro risponde

- Perché tu preghi sempre per chiedere, e io prego solo per ringraziare.
 

 


TRAPPOLE

Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo. 
Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne. 
L'asino continuò a ragliare sonoramente per ore,  mentre il proprietario pensava al da farsi. 
Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l'asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo. 
Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l'animale dal pozzo. 
Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l'asino. 
Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro il pozzo. 
L'asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente. 
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l'asino rimase quieto. 
Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide. 
Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l'asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra. 
In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l'asino riuscì ad arrivare fino all'imboccatura del pozzo, 

oltrepassare il bordo e uscirne trottando.
 

 


SILENZIO ASSOLUTO

In un piccolo tempio sperduto su una montagna, quattro monaci erano in meditazione. Avevano deciso di fare una sesshin di assoluto silenzio.
La prima sera la candela si spense e la stanza piombò in una profonda oscurità.
Sussurrò un monaco: " Si è spenta la candela! ".
Il secondo rispose: " Non devi parlare, è una sesshin di silenzio totale".
Il terzo aggiunse: " Perché parlate? Dobbiamo tacere, rimanere in perfetto silenzio! ".
Il quarto, il responsabile della sesshin, concluse:" Siete tutti stolti e malvagi, solo io non ho parlato! "
 

 


NELLE MANI DEL DESTINO

Un grande guerriero giapponese che si chiamava Nobunaga decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse numericamente soltanto un decimo di quello avversario. Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi.
Durante la marcia si fermò a fin tempio shintoista e disse ai suoi uomini: " Dopo aver visitato il tempio butterò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino".
Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Uscì e gettò una moneta. Venne testa. I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà.
" Nessuno può cambiare il destino" disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia.
" No davvero " disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutt'e due le facce.
 

 


Un contadino giapponese disperato chiese un incontro con un famoso Maestro Zen e il suo allievo: quando si presentò il contadino disse "Maestro, mi devi aiutare! sono disperato! Mia moglie mi ha scacciato di casa perché dice che sono un fannullone, mio figlio maggiore è scappato con una geisha invece di aiutarmi nei campi, il Daimyô ha preso gli altri due miei figli maschi per le sue guerre, non mangio da tre giorni, mia madre è morta il mese scorso. Ti prego aiutami, solo tu puoi farlo!!!"

Maestro e discepolo si trovavano nel giardino della loro dimora, l'allievo guardò il Maestro che sembrava pensoso.

Una farfalla svolazzava allegramente tra fiori rossi porpora e il cielo era terso, spirava una leggera brezza primaverile che rinfrescava l'ambiente.

Il contadino era trepidante in attesa della risposta che il Maestro gli avrebbe dato e anche il discepolo non poteva proprio immaginare come il Maestro avrebbe potuto aiutare il povero contadino.

Dopo qualche minuto il maestro si voltò verso il contadino e gli disse: "Ricordati che l'acqua scorre nel ruscello, le farfalle volano, il vento ci accarezza e il cielo è blu."

Il contadino rimase ammutolito per qualche secondo, poi iniziò a ringraziare il Maestro e ad inchinarsi, sembrava veramente sollevato dal peso delle sue disgrazie.

Quando il contadino se ne andò, il discepolo si rivolse al Maestro: "Maestro, non ho capito il senso della sua risposta" e il Maestro gli disse: 'Aspetta, abbi pazienza!'

Passò un anno e il contadino tornò a fare visita al Maestro. La sua condizione esteriore denotava un sicuro miglioramento rispetto l'anno precedente. Arrivato al cospetto del Maestro Zen gli disse: "Maestro, le sue parole mi hanno veramente aiutato, mi hanno svelato lati che non vedevo nella mia situazione. Mia moglie mi ama e mi accudisce, il mio figlio maggiore è tornato e mi aiuta seguendo le mie indicazioni, anche il Daimyô ha ascoltato questo povero contadino e ha restituito entrambi i miei figli minori che cosi' possono aiutarmi nei campi. Sono diventato un uomo benestante e felice e questo lo devo ai tuoi preziosissimi consigli".

Il contadino fece un dono al Maestro e se ne andò.

Quando furono soli, il discepolo disse: "Maestro, non ho ancora capito, malgrado ci abbia meditato tutto l'anno, come le tue parole possano aver aiutato quel contadino. Ti prego, spiegamelo!"

Il Maestro gli rispose: "caro discepolo, è questo uno dei vantaggi di essere un Maestro Zen: puoi dire quello che ti passa per la testa sicuro che la gente lo interpreterà come grande insegnamento! E agirà' di conseguenza!"
 

 


IL TUO NEMICO

Ti sei svegliato prima dell'alba, ma il tuo nemico non l'hai trovato.
Quando il sole era basso hai attraversato tutta la pianura, ma il tuo nemico non l'hai trovato.
Mentre il sole era alto nel cielo hai cercato tra le piante di tutta la foresta, ma il tuo nemico non l'hai trovato.
Il sole era rosso nel cielo mentre tu cercavi sulla cima di tutte le colline, ma il tuo nemico non l'hai trovato.
Ora sei stanco e ti riposi sulla riva di un ruscello, guardi nell'acqua ed ecco il tuo nemico: l'hai trovato.