Le
marmellate e le confetture si possono ottenere con molteplici
procedimenti. Io ho iniziato a fare marmellate da circa due anni e posso
dire di essermi fatto "le ossa sul campo".
Ho
sentito i consigli della mamma, di amici e amiche, ho letto articoli su
riviste e sul web e poi ho fatto "le mie prove".
Premesso
che la marmellata può essere più o meno dolce, più o meno densa, è
veramente difficile accontentare tutti. |
A me
personalmente piace non troppo dolce e non molto densa.
Per
fortuna ho degli amici molto generosi che mi forniscono frutta non
trattata e matura al punto giusto.
Normalmente pulisco la frutta e la taglio a pezzetti abbastanza piccoli.
Peso la frutta e la faccio bollire per circa un quarto d'ora in un
recipiente abbastanza grande e largo. Dopodiché aggiungo lo zucchero,
circa 300 g e faccio cuocere a fuoco medio, mescolando di
continuo. Ad un certo punto assaggio il preparato per valutare la sua
"dolcezza"; se non la ritengo
dolce abbastanza aggiungo altro zucchero, se è troppo zuccherata
me la tengo così com'è.
È
importante che una buona marmellata non contenga un'eccessiva quantità
di zucchero che ne squilibrerebbe il gusto e che tutti i sapori e gli
aromi che contiene siano ben percepibili.
Per ottenere
questo risultato la cottura va fatta sempre a fuoco dolce, facendo sobbollire
delicatamente il composto, e non deve essere troppo prolungata: in caso
contrario le note di sapore cambierebbero completamente perdendo le loro
caratteristiche.
Riempite
i vasetti fino a circa 1 cm dal bordo con la marmellata bollente.
Ripulite bene i bordi con uno strofinaccio umido per eliminare eventuali
colate.
Se usate gli
appositi vasetti, chiudeteli immediatamente con coperchi nuovi e rivoltateli.
Lasciateli così per qualche minuto, quindi girateli per il verso giusto e
lasciateli raffreddare lentamente, coprendoli con una copertina.
Origine
Il nome deriva dalla parola
portoghese marmelo, per mela cotogna (dal greco melimelon "mela di
miele" ). Diffusa in quasi ogni paese, ha generato una serie di leggende
sulla sua origine, che spesso coinvolgono personaggi reali come
Elisabetta d'Inghilterra o Caterina de' Medici. In realtà, già gli
antichi greci conservavano le mele cotogne cuocendole lentamente con
miele. Osservando come il composto ottenuto si solidificasse durante il
raffredamento, avevano scoperto l'azione della pectina.
Diversi documenti attestano
che la marmellata veniva preparata già nel medioevo in modo del tutto
simile a quello attuale.
Una preparazione affine é
quella della canditura della frutta o della verdura, considerata un
regalo principesco nello stesso periodo. È tuttavia probabile che
entrambe le tecniche siano ben più antiche: la cottura e, insieme, la
presenza dello zucchero assicurano una lunga conservazione della frutta,
altrimenti impossibile in epoche prive di sistemi di refrigerazione.
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Attenzione ad usare il termine corretto
Marmellata
prodotto ottenuto da polpa, purè, succo e scorza di arancia o altri
agrumi.
Il contenuto minimo di frutta deve essere del 20%.
Confettura
preparato a base di polpa, purè o succo fatto con almeno il 35% di
frutta di qualsiasi tipo (eccetto gli agrumi).
Gelatina
è a base esclusivamente del succo della frutta, senza polpa né
buccia. Deve contenere almeno il 35% di succo.
Tutti e tre i prodotti, se contengono almeno il 45% di frutta, possono avvalersi
della dicitura “extra”.
Per confondere maggiormente il consumatore, esistono infine
preparati non di agrumi che contengono una percentuale di frutta inferiore al
35% e quindi di qualità inferiore, che vengono definiti anch’essi marmellate.
Per legge in questi casi la frutta non può comunque scendere al di sotto del
20%.
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ABBINAMENTO
Confetture-cibo
Confettura |
Abbinamento |
Confettura di albicocche |
il gusto di
questa confettura è esaltato dall'abbinamento con dolci al cioccolato,
inoltre è ottima se mescolata allo yogurt o cosparsa sul gelato e se
utilizzata su crostate, dolci secchi o crêpes |
Confettura di peperoni |
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Confettura di pomodori rossi |
formaggi a
pasta molle tipo caprini freschi mozzarelle, robiole e ricotte di pecora |
Confettura di pomodori verdi |
paté di
fegato, formaggi erborinati. |
Confettura di cipolle |
formaggio
stagionato o di fossa |
Confettura di fichi |
oltre che sul
pane o come ingrediente per preparare dolci, è ottima in abbinamento ai
formaggi
formaggi erborinati, formaggi scagionati piccanti, parmigiano stagionato
La confettura di Fichi è molto raffinata servita con formaggi di capra o
muffiti |
Confettura di pere |
formaggi
saporiti, erborinati |
Confettura di melanzane |
formaggi a
pasta dolce, Taleggio, Robiola |
Confettura di susine |
è ideale per
la prima colazione e per accompagnare formaggi dolci o dolci a base di
ricotta; ottima se mescolata allo yogurt o cosparsa sul gelato |
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Ingredienti
La frutta
deve essere matura al punto giusto, sana, soda, possibilmente maturata
sull’albero, ben lavata, liberata dalle piccole impurità e meglio se non
sbucciata. La frutta contiene (soprattutto nella buccia, nel torsolo e
nei semi), in proporzioni variabili a seconda del tipo, una sostanza
detta pectina, che in presenza di acidità e zucchero forma una massa
gelatinosa. Le mele, le pere, gli agrumi, le susine, l’uva, il ribes
contengono molta pectina, quindi producono confetture dense e compatte
anche con poco zucchero. Altri frutti, come fragole, mirtilli, ciliegie
ne contengono poca, quindi per avere prodotti più densi si può
aggiungere piccole quantità di mele o di ribes oppure preparati a base
di pectina in polvere o liquidi reperibili in commercio. Queste piccole
aggiunte consentono di ridurre i tempi di cottura della frutta, che non
deve essere esageratamente prolungata, altrimenti si perdono
completamente le caratteristiche del frutto, sia come colore che sapore.
L’altro
ingrediente è lo zucchero. In genere si usano dai 500 ai 750 g per kg di
frutta pulita, ma per frutti acidi la proporzione arriva ad 1 kg di
zucchero per 1 kg di frutta. Meglio comunque non esagerare con le dosi,
altrimenti si corre il rischio di ottenere prodotti marroncini, troppo
dolci, con sapore unico di zucchero caramellato. Se usate frutta poco
acida e molto zuccherina, aggiungete il succo s premuto di un limone,
eviterete una eccessiva cristallizzazione dello zucchero.
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Cottura
Va eseguita
a fuoco dolce. In genere si ha una prima fase lenta di evaporazione dei
liquidi della frutta, che termina quando la superficie comincia a
tremolare. Durante questa fase è importante togliere con la schiumarola
le impurità che vengono a galla. Subito dopo si ha la fase della
gelatinizzazione, che è molto più rapida. Per verificare il grado di
cottura esistono metodi poco ortodossi ma efficaci : versate una goccia
su un piatto tenuto in frigo, se scivola lentamente aderendo alla
superficie siamo alla giusta cottura. Potete anche tuffare un cucchiaio
e poi sollevarlo. Se le gocce si riuniscono in un sol punto prima di
cadere potete spegnere il fuoco. Se invece siete super tecnici ed avete
un termometro per la cottura degli zuccheri, fermatevi quando la
temperatura arriva a 105°C.
Qualunque
metodo usiate, attenzione comunque a non cuocere troppo o, peggio,
troppo poco, con il rischio che nel tempo si formino muffe e
fermentazioni.
Come cuocere
La cottura
di confetture e marmellate si divide in due fasi:
Nella prima frutta fresca e zucchero cominciano a cuocere, ma lo scopo
principale è far evaporare l'acqua che la frutta contiene o che abbiamo
aggiunto nel caso in cui la frutta è poco succosa. Questa prima fase
viene avviata a fuoco lento, perché lo zucchero fonda e la frutta
cominci a cedere succo. Subito dopo il fuoco viene alzato e mantenuto
forte così da portare ad ebollizione vivace. Bisogna mescolare di
frequente e togliere con la schiumarola la schiuma man mano che affiora
in superficie;
Quando
il vapore che sale dalla preparazione e' meno denso e le bolle che
vengono in superficie sono più fitte comincia la seconda fase, di
cottura vera e propria. Si riduce il fuoco, mescolando spesso perché la
preparazione essendo più densa rischia di attaccarsi al fondo e si
comincia a controllare la consistenza della preparazione. Si fa la prova
del piattino: col cucchiaio usato per mescolare si fa cadere una piccola
quantità di confettura o marmellata su un piattino freddo ; si lascia
raffreddare un momento e poi si inclina il piattino. Se confettura o
marmellata stentano a scorrere hanno raggiunto la giusta consistenza e
vanno tolte dal fuoco.
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Quando è pronta?
Per vedere
se la marmellata è pronta esistono tre modi: se prendendola con il
cucchiaio cola con difficoltà; se mettendo qualche goccia in bicchiere
di acqua fredda la marmellata va a fondo senza sciogliersi; se
mettendola in un piano inclinato non scorre bene.
Personalmente metto un po' di marmellata su un piattino, aspetto qualche
minuto e ...
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Sterilizzazione
Versare il
composto ancora caldo nei barattoli, lasciando circa mezzo cm di spazio
libero, e chiudere subito. Raffreddandosi la confettura crea una
depressione nel coperchio che sigilla ermeticamente. A questa procedura
segue la fase della sterilizzazione, fondamentale per avere un prodotto
sano e libero da muffe o pericolosi batteri al momento dell’uso.
Una cattiva
sterilizzazione o conservazione può determinare una proliferazione di
spore del Clostridium botulinum, un batterio capace di provocare
pericolose intossicazioni, anche mortali. La sua presenza è in genere
segnalata da evidenti cambiamenti nell’aspetto dell’alimento ma
soprattutto dalla presenza di gas che fa gonfiare barattoli o capsule.
In tal caso buttate via tutto senza nemmeno aprire il contenitore. Le
muffe che si possono formare sulla superficie sono in genere non
tossiche, ma anche in questo caso sarebbe meglio buttare tutto senza
rimpianti.
Per una
buona sterilizzazione i vasi ben chi usi vanno posti in una pentola alta
e capiente, con l’acqua che deve superare di almeno 3 cm la capsula di
chiusura dei barattoli. Quando l’acqua bolle abbassare la fiamma e fare
sobbollire per almeno 30 minuti. Spegnete e lasciate leggermente
intiepidire i vasi prima di toglierli dalla pentola ed asciugarli.
Appena freddi metteteli in un luogo fresco e possibilmente al buio.
Ricordatevi
anche di mettere delle etichette con il tipo di frutta e soprattutto la
data di produzione, infatti il tempo di conservazione casalinga ottimale
non dovrebbe superare l’anno.
Una volta
aperti, i barattoli devono essere posti in frigo e consumati entro 20
giorni.
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Conservazione
La
marmellata fatta in casa non dovrebbe essere conservata per più di un
anno; è utile a questo proposito utilizzare delle etichette
da applicare ai barattoli, che riportino sia il tipo di frutta sia
(soprattutto) la data di preparazione della marmellata. E' possibile
consumare la marmellata a partire da 24 ore dall'ultima sterilizzazione.
Una volta aperto, un vasetto di marmellata va conservato in
frigorifero e consumato entro massimo 20 giorni.
Se qualcuno dei vasetti presenta gonfiore
nella zona del tappo, oppure se
la marmellata subisce alterazioni di colore o formazione di
muffa in superficie,
buttare il vasetto senza neanche aprirlo: potrebbe contenere muffe
tossiche o
batteri pericolosi.
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LE CONFETTURE
Anche le
confetture di frutta e le marmellate sono un capitolo da riqualificare
in cucina sia nella scelta e nella combinazione degli ingredienti sia
nell'uso in tavola.
Le
marmellate non vanno infatti relegate alla prima colazione o alla
merenda dei bambini, ma trovano la loro massima espressione
nell'abbinamento con i formaggi. Anche in questo caso liberiamo la
creatività e rinnoviamo i sapori. Non limitiamoci poi a mescolare
zucchero alla solita frutta ma inseriamo i profumi, in particolare la
menta e la buccia d'arancia e di limone, e usiamo verdure come il dente
di cane che con il loro fondo amarognolo introducono una nota di
contrasto che rende più complessa e piacevole la nostra marmellata. La
stessa funzione ha la nota acidula dell'uva spina che, unita al dolce
dello zucchero, dà un risultato particolarmente adatto alla combinazione
con il salato.
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LA GELATINA
La gelatina si può fare con qualsiasi frutto; il concetto base è quello
di ricavarne il succo e cuocerlo con una adeguata quantità di zucchero.
C'è però un problema: non tutta la frutta contiene pectina (che è il
gelificante naturale...) o, se la contiene, le percentuali sono diverse.
Questo elenco aiuta a capire.
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mele, more, ribes rosso, uva spina,
limoni, arance, prugne acerbe, è frutta ricca di pectina e
notevolmente acida;
-
prugne mature e ciliege dolci sono ricche
di pectina, ma poco acide;
-
fragole, uva, albicocche, amarene, è
frutta povera di pectina, anche se discretamente acida;
-
lamponi, pesche, fichi, pere e, in
genere, tutta la frutta matura è povera di pectina e non acida.
L’integratore di pectina è la mela acerba (bucce e torsoli in primo
luogo); il correttore di acidità è il limone (tutto).
Io uso questo sistema: faccio cuocere a fuoco basso e con poca acqua,
per 30-40 minuti, in una pentola separata, quel che mi serve (mele e/o
limoni); faccio raffreddare e passo al colino a maglia fitta. Ottengo
una purea molto molle che è un concentrato della sostanza che mi serve;
lo aggiungo al succo di frutta e allo zucchero prima della cottura
finale.
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Ricette raccolte e provate da Pietro
Paolo Dore